


Il castello di Enna, come si è detto, ha un’origine antica e probabilmente, nel corso dei secoli passati, fu utilizzato, nelle sue strutture originarie, da Bizantini ed Arabi. Ma è sicuramente ai sovrani normanni che si deve il ripristino della fortificazione entro il quale fondarono la Cappella regia di S. Martino, e che assunse il nome di “Castello di Lombardia” dalla classe guerriera di origine alto ita

In breve, adesso, si cercherà di porre una guida, breve e sintetica, su quello che è tal fortezza e le sue principali particolarità. Si può entrare nella fortezza dall’angolo sud-occidentale su per una rampa scalpellata nella roccia. Qui si apre un portale sulla prima avancorte, il bastione, che si estende come un rettangolo allungato agli occhi del visitatore. All’incirca a metà della cinta interna si apre la porta principale e si passa al primo cortile, che è anche il più grande. Vicino all’ingresso principale, questi aveva una torre e di essa resta solo una parte del pianterreno le cui misure corrispondono a quelle della pianta della torre antica. Nell’angolo nord occidentale di questo cortile sorgeva, anticamente, una chiesetta dedicata a San Nicola. Pare che ancor prima della chiesetta, proprio nel cortile, sorgesse un tempio dedicato a Giunone intorno
Tra un cortile ed un altro vi erano dei grandi portoni. Il sistema di chiusura di questi lo comprese appieno Walter Leopold. Infatti, secondo lo studioso, sopra la chiave di volta dell’arco a sesto acuto nella parte interna del portale si trovava una robusta trave orizzontale che serviva da cornice ed impediva di sollevare il battente del portone chiuso. In esso venivano incastrati i cardini dei batte
Ulteriore particolarità del castello è la stessa funzione dei tre cortili. Ogni cortile possedeva un sistema di autonomia proprio. Viveri ed acqua non mancavano in tutti e tre cosicché se veniva assaltato il primo cortile e conquistato, gli abitanti del castello si asserragliavano nel secondo e così via. Insomma, la Lombardia era un vero e proprio fortilizio inespugnabile tanto che, si narra, nessun esercito riuscì a far breccia nelle sue mura se non tramite il tradimento di qualcuno dell’interno della fortezza.
Si ringrazia per le splendide foto il dott. Gianfilippo Russo, cittadino ennese.
Flavio Mela
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