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Flavio R.G. Mela

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Eventi&Mostre. La Madonna delle Vittorie di Piazza Armerina. Dal Gran Conte Ruggero al Settecento.

All’interno dei locali del Museo Diocesano di Piazza Armerina, accanto alla maestosa Cattedrale, tiene banco un evento dal grande respiro culturale. Una mostra che tocca profondamente la città dei mosaici e che abbraccia l’humus religioso del suo popolo. Una mostra, “La Madonna delle Vittorie di Piazza Armerina. Dal Gran Conte Ruggero al Settecento”, che porta ad esibire l’icona bizantina dove è ritratta la cosiddetta Maria Santissima delle Vittorie, venerata da secoli dai piazzesi. Un evento organizzato dalla Soprintendenza BB CC AA di Enna in collaborazione con la Diocesi di Piazza Armerina e con il contributo dell’Associazione Domus Artis destinato a essere meta di centinaia di visitatori da ogni parte della Sicilia.Il percorso della mostra si apre proprio con l’icona di Maria Santissima delle Vittorie (VIII secolo) che la tradizione vuole consegnato da Papa Niccolò II al Conte Normanno Ruggero d’Altavilla come simbolo da portare in campo contro i Saraceni di Sicilia. Successivamente tale icona fu consegnata al popolo dell’antica Platia (nome antico di Piazza Armerina) per il grande sostegno bellico che diedero nelle feroci battaglie nei territori del circondario di Enna. I Piazzesi custodirono gelosamente tale “Vessillo” ma la distruzione operata da Guglielmo il Malo nel 1161 del borgo piazzese (ricostruito successivamente nel 1163) a seguito di una rivolta contro lui stesso fece disperdere la santa effige. Solo nel XIV secolo, quando la Sicilia fu stretta dalla morsa della peste, un monaco, di nome Giovanni Candilia, sognò miracolosamente dove era seppellita la “Madonna”. Leggenda e tradizione vogliono che una volta riscoperta, l’icona allontanasse il flagello della malattia dalla città. Durante l’anno l’icona di “Maria Santissima delle Vittorie” è custodita, protetta da un seicentesco pettorale d’argento, all’interno della Cattedrale dove viene venerata sensibilmente dalle preghiere dei Piazzesi. La mostra non è comunque solo questo come viene descritto dall’Ufficio Stampa dei Beni Culturali della Diocesi.“L’icona bizantina della Cattedrale piazzese comparirà fra le altre preziose Madonne medievali con la stessa iconografia cipriota della Kikkotissa: le Madonne laziali del Museo Diocesano di Velletri e del Museo Civico di Viterbo, anch’esse del XIII secolo, la Madonna delle Vergini della Pinacoteca di Bari e la Madonna dell’Alemanna della chiesa madre di Gela – di solito non visibile eccetto che nel giorno della processione – che viene qui presentata per la prima volta. A chiarimento della cultura in cui la Madonna delle Vittorie è stata prodotta, saranno esposti alcuni affreschi staccati dello stesso periodo provenienti dalla chiesa di Sant’Andrea nella stessa città, ed altri mediante macrofotografie. In questo ambito medievale riferito alla Sicilia centrale, saranno presentati anche alcuni documenti inediti di pittura ad affresco – quali i piccoli affreschi della chiesa di Santa Maria di Piazza Vecchia – e su tavola come la Madonna col Bambino in trono della chiesa di Maria SS. Assunta a Troina, entrambi espressione di un indirizzo più progredito verso la cultura gotica. Un capitolo importante della mostra sarà poi costituito dalla diffusione del culto dell’icona alimentato dalle Riforme del Quattrocento – di cui sarà esemplificativo l’affresco staccato con la Madonna col Bambino della chiesa di S. Pietro a Piazza – e soprattutto dagli orientamenti della Controriforma Cattolica, nell'ambito della quale viene posto l'accento sulle fonti gesuitiche e francescane con la presenza di alcune secentine, sul coinvolgimento di alcuni nobili mecenati come Marco Trigona, e sui riflessi sulle opere d'arte del Seicento e del Settecento, quali dipinti su tela, parati e arredi sacri e opere di argenteria; un settore della mostra sarà infine dedicato alla storia della costruzione – attraverso l’esposizione del plastico e del disegno della cupola – della vicina Cattedrale, che sarà parte integrante del percorso espositivo sia come architettura che come sede di alcune opere strettamente legate ai temi della mostra. (Paola Nicita – Ufficio Stampa)”. La mostra è possibile visitarla nei pressi del Museo Diocesano (Piazza Armerina) ogni giorno, fino al 27 febbraio 2010, dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 15.30 alle 18.30, dal martedì alla domenica. Il lunedì è chiuso. L'ingresso è libero.Per ulteriori informazioni rivolgersi al numero 0935/85622.
FLAVIO MELA


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