Qualche giorno fa si è concluso il restauro alla torre campanaria della Cattedrale di Piazza Armerina, dedicata a Maria Santissima delle Vittorie, costruita per volere testamentario di Marco Trigona, nel luogo in cui sorgeva una chiesa di cui non restano tracce, ad eccezione della torre campanaria. La fine della costruzione dell'edificio sacro avvenne il 22 ottobre del 1742. La torre camapania, probabilmente più alta rispetto all'edificio originario ma quasi pari in altezza a quello attuale, ha vissuto per qualche tempo sotto i ponteggi dei restauratori. Ma ora è tornata a mostrarsi sia a cittadini che ai turisti. La torre, di grande pregio e ricca di decorazioni, fu studiata nei minimi dettagli dallo studioso Walther Leopold, che nel suo Sizilianische Bauten Des Mittelaiters in Castrogiovanni, Piazza Armerina, Nicosia und Randazzo del 1917.Nella torre, contigua al lato meridionale della chiesa, sono individuabili, secondo lo studioso tedesco, due fasi costruttive differenti: la prima si riferisce ai due livelli inferiori mentre la seconda ai due superiori.
Riguardo due piani inferiori ( 1° e 2° piano dal basso) si può notare come abbiano mantenuto forme e stili di gusto tardo-gotico. Le pareti esterne del campanile in questi piani è molto ricca ed è costituita da un'architettura cieca. Sia il 1° piano che il 2° piano presentano due finestre con arco a tutto sesto, sormontate da una cornice carenata. Di fianco a tali finestre e lungo la curva del loro arco si innalzano pilastrini con una ricca decorazione, ornando così le stesse cornici carenate. Ogni pilastrino ha un capitello decorato a fogliame di stile non gotico. Fin dal primo piano i cantoni esterni del campanile sono adornati con massicce e pesanti colonne che raggiungono il pesante cornicione di chiara influenza rinascimentale che divide le due coppie di livelli: al di sopra di un'architrave si sviluppa un fregio caratterizzato da triglifi che presentano solo due scanalature e metope con immagini scolpite. La cornice di coronamento, sopra la gola con listello, ha una fascia a ovoli al di sopra della quale si protende il gocciolatoio che è separato dalla sima più alta da un fine perlato.
Per ciò che concerne i due livelli più alti, nel penultimo piano (3° piano) si rivela una certa sensibilità gotica nelle finestre cieche con arco a tutto sesto che sembrano far parte della cornice dell'architettura medievale originaria. Stessa cosa il bicromismo dello strombo nelle finestre. Più tardi, le stesse finestre furono fiancheggiate da due coppie di pilastri. Tra una coppia fu inserita una nicchia, la cui parte alta si completa con una conchiglia e al di sopra di questa un oculo fortemente profilato. I semipilastri sostengono una cornice semplice ed una più robusta, che probabilmente era l'apice dell'antica costruzione.
L'ultimo piano (4° piano), in cime, ha finestre con arco a sesto acuto, ma con un profilo che non è affatto gotico. Ancora una volta le finestre sono fiancheggiate dal sistema dei pilastri, anche se con una risoluzione più semplice così come il cornicione che riprende la forma di quella del penultimo piano.
Come si è ben potuto comprendere, la torre non ha mantenuto, nel corso dei secoli, un'unità stilistica così che appare all'occhio del visitatore come un caleidoscopio di arti diverse.
Bibliografia di riferimento e di approfondimento:
- LEOPOLD W., Architetture del Medioevo in Sicilia, a Castrogiovanni, Piazza Armerina, Nicosia e Randazzo, Enna, Il Lunario, 2007.
- NIGRELLI I., Piazza Armerina medievale, Milano, Electa Editrice, 1983.
Flavio Mela
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