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Flavio R.G. Mela

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Storia. Crociati nel Cuore di Sicilia. I Cavalieri Templari e Teutonici a Piazza Armerina.

Durante il Medioevo, Piazza Armerina, sotto il nome di Platia, fu sede di diversi ordini monastici e di ordini monastico-militari, come i Cavalieri di Malta, all’epoca Ospedalieri, o i Cavalieri del Tempio. Su questi ultimi non vi sono fonti e la loro presenza è ancora solo un’ipotesi. Dei Cavalieri Templari, secondo la tradizione storica locale, erano due commende: quella di Sant’Antonio Poverello, (lungo l’attuale via Carmine) ormai inglobata nel sistema delle case civili, e quella che doveva ergersi nel pianoro della piazza Sottosanti, attuale sede della meravigliosa e possente Chiesa del Carmine. Se della prima si conosce che fu concessa ai Cavalieri di Malta, la cui Commenda sorgeva poco sopra, della seconda non si conosce quasi nulla e tutto resta avvolto nel mistero.
Ma allora perché i Templari? Cosa fa pensare che quella era la loro sede? Semplicemente una croce i
n pietra del tutto simile a quella che i Templari utilizzavano. La croce è patente e cioè raffigurata da quattro braccia triangolari di cui, quello inferiore, poggia su un piedistallo. Questa sovrasta una porta, di fattura arabeggiante e di probabile epoca normanna, in pietra bianca, sormontata da un arco a punta acuta. C’è chi, azzardando, ha cercato di trovare altri elementi templari nella costruzione. Nella facciata infatti v’è uno stemma recante due angeli che sostengono una croce piegata . Sopra c’è uno scudo, nel cui centro appare una stella sormontata da una piuma obliqua. La Croce, stemma dell’Ordine, sorregge la croce ricurva, vale a dire la fede, sottoposta ai duri colpi degli Infedeli. La Stella, poi, rappresenta l’Oriente, terreno di battaglia, di conquista e di liberazione dei luoghi che ricordano la Passione di Cristo. La piuma e gli angeli, infine, rappresentano la purezza e la sincerità dei Cavalieri del Tempio. Oltre che nella facciata, altri elementi si ritroverebbero all’interno del chiostro ad est della chiesa, specificatamente negli scudi sopra alcune colonne, ricchi, secondo alcuni, di simbologia templare. Il primo stemma, nel porticato sulla destra per chi entra, presenta uno scudo con una torre merlata, munita di porte e finestre, fiancheggiata da due leoni rampanti. Ma è la scultura sopra, un viso a forma di gatto, che attrae l’attenzione, donandogli arditamente un’identità legata all’antico Egitto: il gatto che uccide il dio Apophis, di aspetto serpentino e malvagio. Nella seconda arcata c’è un altro simbolo, ornato da arabeschi e recante un elmo, tipico dei blasoni di famiglia. Al suo interno un drago furente con le ali e la coda che dalle fauci vomita fuoco e fiamme. Nel terzo interstizio c’è un altro blasone. Sopra e sotto due visi angelici con ali, uno dei quali ha la testa cinta da una corona regale. Al centro dello scudo una “A”, simbolo templare che un giorno apparterrà alle Logge Massoniche. Infine ecco un quarto stemma. In questo, al centro, vi è una “X” con sopra tre stelle e sotto tre gigli. Il giglio centrale sembra nascere da una sorta di muro dal disegno a scacchiera. Secondo alcuni studiosi, ancora con un po di fantasia, si individuerebbero in questi segni (gigli, stelle e croce) una certa simbologia legata ai Cavalieri del Tempio. Nel secondo portico, frontale per chi entra nel chiostro, precisamente nella facciata che da sul giardino, vi sono altri tre stemmi. Il primo di questi presenta un sole dal viso umano dal quale dipartono dei raggi che raggiungono una torre merlata che sovrasta una montagna. E’ il convento del Carmine prima dell’arrivo dei frati del Carmelo? Secondo alcuni, si. Nell’interstizio dell’arcata successiva ecco un altro stemma dove vi sono due stelle separate da una colonna, al di sotto della quale due aquile si fronteggiano. In mezzo altro motivo floreale: giglio. Infine uno stemma più piccolo, sotto quest’ultimo scudo descritto, raffigurante un bue o una vacca che, ancora con un che di immaginazione, sarebbe la raffigurazione del dio Apis del pantheon egiziano.
Tutto quello che si è descritto fa parte di alcune teorie molto particolari e sicuramente ardite. Altri storici, basandosi su una ricerca più accurata, parlano invece di altro, mettendo in dubbio persino la permanenza a Piazza Armerina dei Templari e sostituendo alla simbologia templare descritta, degna di un romanzo di Dan Brown, con altri elementi, sicuramente più veritieri.
Lo storico l
ocale Litterio Villari era fermamente convinto che i Templari a Piazza Armerina, precisamente nella sede del Convento del Carmine, non vi fossero mai stati. Chi invece dimorò in quella sede furono i Cavalieri dell’Ordine Militare Teutonico. Un’ipotesi che si basa su un’importante segno nella torre e su ciò che ha accreditato nel tempo la presenza dei Templari. Infatti i Teutonici avevano un sistema militare e di addestramento pari a quello dei Templari e anche i primi ebbero a decadere nello stesso periodo dei secondo in Sicilia.
Dell’antica casa dei cavalieri crociati restano la torre (oggi campanile della chiesa) e tratti di muri incorporati nell’attuale complesso, fra i quali i muri (
appena intromessi nel chiostro sulla sinistra) dove sono allocati ancora dei portali di stile tardo-gotico (prima metà del XIII secolo). La croce patente, secondo lo storico piazzese, rinvia almeno alla 1° metà del XIII secolo la data di costruzione della torre, allorchè l’Ordine Teutonico, favorito dall’imperatore Federico II di Svevia, si sviluppò nell’Isola in gran numero di commende.
La Torre del Carmine,
attuale e slanciato campanile che svetta al di sopra della collinetta, è in pietra bianca ed in stile normanno. La sua possente mole non è collegata al complesso conventuale e neppure alla chiesa. Farebbe parte di una struttura militare già esistente all’epoca dei Normanni, che l’hanno utilizzata come punto di osservazione per il controllo del territorio. Secondo l’antico studioso d’archittettura Walter Leopold, la torre fu costruita in due periodi diversi. Primo, secondo e terzo piano sarebbero di epoca più antica mentre il quarto, quello finale, sarebbe di epoca successiva.
E i blasoni del chiostro? Sono veramente segni di una cultura templare antica?
In verità, non v’è nulla di eccezionale ed ogni stemma ha una sua origine ben
precisa legata ad una persona che in qualche modo ha c'entrato con il periodo dei frati del Carmelo. Cosicché il blasone con la torre e i due leoni appartengono alla famiglia La Torre e quello con il drago alla famiglia Boccadifuoco. Entrambe donarono fondi per far erigere il complesso conventuale. Poi ecco lo stemma con la “A”. Il Villari lo lega a Timeo d’Aidone (famiglia), eletto Provinciale di Sicilia nel Capitolo del 1559, celebrato a Piazza Armerina, ma si potrebbe anche ipotizzare che quello non sia altro che lo stemma stesso dei Carmelitani, mancanti delle tre stelle che con il tempo si sono andate a logorare. A seguire lo stemma con la “X”. Questo è il blasone del Provinciale Egidio Scrigno (1563-1568) che operò per la ristrutturazione della casa carmelitana.
Attenzionando i tre scudi scolpiti sulla pietra ecco che si scopre l’appartenenza del blasone c
on la torre ed il sole a Padre Bartolomeo Ragusa (o Rausa) (Provinciale di Sicilia), il blasone con le aquile a Padre Girolamo Amoroso da Calatafimini (Provinciale di Sicilia), il piccolo stemma con la vacca a Padre Giovanni Pietro La Vaccara, priore del convento dei carmelitani di Piazza nel 1574. E lo stemma della facciata della chiesa? Il blasone presenta un crescente sormontato da una stella ad otto punte posti in basso. In alto un ramo di palma piegato a sinistra ed un giglio con ramo e foglia piegato a destra. Tale stemma è l’emblema del convento piazzese perché aggiunge ai simboli carmelitani (stella e crescente) i simboli di Sant’Angelo (la palma) e di Sant’Alberto (il giglio), santi che abitarono, secondo la tradizione, nella città di Piazza Armerina.
Alla fine l’unico elemento che resta di probabile appartenenza ad un Ordine Militare Crociato è la croce patente. Seppur il Villari la lega ai Teutonici, la forma di quella è più vicina a quella dei Templari. Ma non è dato conoscere, almeno al momento, una qualche verità e tutto ciò che resta è la ferma convinzione che su quel pianoro anticamente v’era un presidio di cavalieri che dall’alto della collinetta di Altacura, dirimpettaia del monte Mira, sulla quale è edificata Piazza Armerina, imponeva la sua presenza sulla vallata alle sue pendici.
Bibliografia di riferimento e di approfondimento
- LEOPOLD W., Architetture del Medioevo in Sicilia, a Castrogiovanni, Piazza Armerina, Nicosia e Randazzo, Enna, Il Lunario, 2007.
- NIGRELLI I., Piazza Armerina Medievale, Messina, Analecta, 1983.
- ROCCELLA A., I Templari e gli Spedalieri in Piazza Armerina, Piazza Armerina, Stab. Tip. Fratelli Bologna La Bella, 1878.
- SPOTO S., Sicilia templare, Roma, Newton & Compton Editori, 2005.
- VILLARI L., Storia Ecclesiastica della città di Piazza Armerina, Messina, Analecta, 1988.
Si ricorda che è possibile ingrandire le immagini cliccandoci sopra.
Flavio Mela

3 commenti:

Anonimo ha detto...

templari e teutonici ...ma quanto ha da offrire la storia vera?
davvero un bel riferimento , un bel pezzo di storia.
Mi documenterò in merito.Grazie per lo spunto.

Tourincoppola ha detto...

Un modo serio per affrontare una questione delicata, senza abbracciare nessuna causa, ma nel contempo affascinando con trame e leggende che si sviluppano da situazioni di interesse sicuramente storico. Bravo.

Anonimo ha detto...

Veramente un ottimo ed interessante lavoro. Continuerò con piacere a leggere gli articoli pubblicati su questo blog.
G.M.