Gerlando d'Alemanna. Il Cavaliere che divenne Beato del Prof. Gaetano Masuzzo
La Sicilia all’inizio del XII secolo, tra la I Crociata (1096-1099) e la II Crociata (1145-1149), era passaggio obbligato per tutti coloro che dal continente si recavano in Terrasanta e bisognosi di ristabilirsi dalle fatiche del viaggio. Fu per questo che i cavalieri Templari (o cavalieri Poveri di Cristo o del Tempio di Salomone o Miles Templi o del Santo Sepolcro presso il Tempio di Gerusalemme), raccoltisi originariamente nel 1118, ma ufficializzati come Ordine Cavalleresco nel 1129, si insediarono nell’isola. Ciò lo dimostra la bolla di papa Lucio II del 1144, con la quale il pontefice sollecitava la popolazione e i religiosi siciliani ad accogliere ed aiutare i cavalieri del Tempio. Da allora l’Ordine iniziò a ricevere in dono denaro e terre dislocate specialmente lungo l’itinerario seguito dai pellegrini (“i palmieri”) che, solitamente, trascorrevano l’inverno nell’isola prima di salpare alla volta della Terrasanta.
Lungo l’itinerario siciliano i Templari possedevano una casa, (o grancia) anche ad Aidone, dalla quale dipendevano un mulino e delle terre nei pressi del fiume chiamato “Tempio” (a circa 4,5 Km . a Sud-Est dell’odierna Mirabella Imbaccari lungo la provinciale n. 37/I Mirabella Imbaccari-S. Michele di Ganzaria) in onore dei Cavalieri, i quali vi costruirono (o trovarono) una chiesetta che chiamarono S. Maria del Tempio (vedi nota).
Il fiume Tempio è l’antico Wâdi Bûkarît degli Arabi, il fiume Buffarito del Chiarandà, storico dei Seicento piazzese, il fiume dei Provenzali di un diploma del 1148 e l’odierno fiume “di Quattro Teste”. Questo fiume nasce nei monti Erei aidonesi, scende verso Mirabella Imbaccari e attraversando la contrada Gatta (anticamente Agata) è detto fiume “di Gatta”, poi diventa “Tempio” e dopo qualche chilometro diventa “Pietrarossa”, poi “Margherito, poi “del Ferro”, poi “dei Monaci” per confluire, infine, nel “Gornalunga” che arriva sino alla foce del fiume Simeto.
Poco dopo l’inizio del XIV secolo, precisamente nel 1312, papa Clemente V, dopo quattro anni di processi su tutti i membri e di condanne capitali ingiuste, decise l’abolizione dell’Ordine dei Templari, prescrivendo nell’occasione che i loro beni fossero devoluti alla Crociata in genere e specialmente ai Cavalieri Ospedalieri dell’Ordine Militare di S. Giovanni Battista di Gerusalemme (poi di Malta).
Col passaggio dei beni dei Cavalieri Templari agli Ospedalieri, la Casa-Ospizio di S. Giovanni Battista di Piazza, ospedaliera, ereditò la Casa Templare di Aidone, comprese le pertinenze di S. Maria del Tempio. In quest’ultima località il percettore della Casa-Ospizio piazzese, per prendere possesso, custodire ed amministrare la chiesetta, il mulino e le pertinenze della località Tempio, inviò l’anziano cavaliere Ospedaliere Gerlando de Alemanna o Gerlando di Bologna, poi de Alemanna, e non come vogliono alcuni, erroneamente, d’Alemagna o di Polonia.
Quest’ultimo nome è dovuto sicuramente al seguente errore: Bologna in latino Bononia scritta nel XIV sec. dagli amanuensi Bolonia, che gli studiosi del XVII sec. leggono Polonia, rinvigorendo la convinzione di origine nordica del Cavaliere, che così spiegherebbe anche il primo nome, anch’esso errato, d’Alemagna.
A proposito del cognome “de Alemanna” il Mugnos, parlando di nobili cittadini di Bologna giunti in Sicilia per porsi ai servigi dell’imperatore Federico II di Svezia, nomina un Nicolò Alemanni che con altri andò “per presidio nella città di Trapani”. In altra parte della sua opera precisa che Riccardetto Alemanno fu “stradigoto” di Messina nel 1249. Aggiunge ancora che sotto Carlo d’Angiò, nel 1268, un Giorgio Alemanno, conte di Pulchrivo, venne iscritto all’Ordine Equestre della Luna Crescente. Inoltre, Diego Ciccarelli, nel pubblicare documenti dei primi decenni del secolo XIV, segnala la presenza a Piazza del presbitero Giacomo de Alemanna, quindi di gente con cognome “de Alemanna”.
Nella chiesa di S. Maria del Tempio il cavaliere Gerlando operò da moderatore illuminato, da prezioso paciere nelle controversie e da uomo giusto che con amore si fece protettore delle vedove e dei bambini orfani, ed allo stesso tempo si cimentò in aspre pratiche di penitenza, sino alla sua morte avvenuta dopo il 1312, ovvero verso il 1315, all’età di circa 85 anni (la data di nascita, 1230, si ricava dalla data certa del 1242, anno di ricezione del nostro Cavaliere nell’Ordine Ospedaliero del Priorato di Messina, in qualità di paggio, intorno ai dodici anni).
Dopo 12 anni dalla sua morte, tra il 18 ed il 19 giugno 1327, a seguito di un sogno di Giacomo Calatafimi, precettore della Casa-Ospedale di S. Giovanni Battista di Piazza, ne venne riesumato il corpo e proprio in quei giorni ed in quelli successivi accaddero fatti straordinari, attribuiti dai presenti a miracoli, registrati con diligenza dai Giurati della città di Caltagirone.
Il forte coinvolgimento per questi accadimenti da parte degli abitanti di questa cittadina, distante circa 5 Km dalla contrada Tempio, era dovuto al fatto che le terre, il mulino e la chiesetta del Tempio erano frequentati soprattutto da Caltagironesi, alla continua ricerca di luoghi ricchi d’acqua. Così questi ebbero la ventura di conoscere Gerlando de Alemanna, apprezzandone la santità di vita. Dopo la morte furono loro a divulgare le notizie su fatti soprannaturali che si erano manifestati nella chiesetta di S. Maria del Tempio, facendoli registrare nel 1327 a Caltagirone in atti notarili della Corte Giuratoria, ai quali seguirono gli atti di un processo apostolico (o canonizzazione) effettuato nel 1331 a Licata dal Vescovo di Agrigento per incarico di quello di Siracusa.
Solo così si può spiegare il grande fervore del popolo, dei Giurati e del Clero di Caltagirone, che a gran voce chiesero ed ottennero il trasferimento del corpo del Beato, dalla chiesetta di contrada Tempio, nella basilica di S. Giacomo Maggiore della loro città, ove un prezioso reliquiario antropomorfo del XIV sec. custodisce, ancora oggi, il cranio del Beato Cavaliere Ospedaliere Gerlando de Alemanna piazzese, perché “confortato in merito dalla presenza a Piazza in quel tempo di gente cognominata
Nota:
“Un manoscritto anonimo del XVII secolo, conservato a Malta, restituisce un acquerello con rappresentazione panoramica “a volo d’uccello” del territorio di S. Michele di Ganzaria, arrivando a descrivere anche il feudo del Tempio e la chiesa dei Templari, dall’aspetto vagamente gotigheggiante, forse già in decadenza all’epoca del dipinto. Alcune “vignette” intorno alla chiesa di S. Maria rappresentano dei mulini: quattro di essi recano sul prospetto la croce di Malta, ma di essi non rimane traccia.
Tracce di una fortificazione sono state segnalate da studiosi locali in un colle a Nord di S. Michele di Ganzaria, nei pressi del quale si trovava la chiesa, identificata in pochi ruderi rimasti". (Bibliografia: G. Orrigo 1984, pp. 14-15; Buono 1993, p. 8 e n. 3; dal sito calatinosudsimeto.it/Cultura/Comune di San Michele di Ganzaria/Contrada Tempio)"
Bibliografia di riferimento e di approfondimento
- VILLARI L., S. Gerlando d’Alemanna nella Sicilia del duecento, Estratto dalla “Rivista Internazionale” del S. M. O. di Gerusalemme, Dicembre 1991.
- VILLARI L., Il Vessillo del Conte Ruggero il Normanno e i Santi della Chiesa Piazzese, Roma, Tip. Don Guanella s.r.l., , 1998.
Sitografia
- santiebeati.it;
- xoomer.virgilio.it/templarisoet/introduzione;
- calatinosudsimeto.it/cultura
Fonti immagini
itineraridellafede.org/itinerari/caltagirone/san-giacomo.cfm.
6 commenti:
Si nota subito che lo studio è approfondito e che ha richiesto un notevole lavoro di ricerca.
Attendiamo altre pubblicazioni e notizie su personaggi che hanno dato lustro a Piazza.
Complimenti al Prof. Masuzzo.
Grazie per l'argomento che mi ha molto interessato ed incuriosito a tal punto che, appena possibile, andando a Caltagirone, farò una visita alla Chiesa di San Giacomo Maggiore, per vedere possibililmente anche la reliquia del nostro Cavaliere-Beato. Lungo il tragitto cercherò con lo sguardo di individuare, anche se so che è molto difficile, i resti del mulino del Tempio.
Un Piazzese amante degli approfondimenti storici di casa propria
Un altro articolo che tratta di argomenti particolari. Bene così. A quando il prossimo ?
Ad maiora!
Da un appassionato di medioevo
La prima pubblicazione del Prof. G.Masuzzo risale al dicembre 2008 con la "CRONOLOGIA" civile ed ecclesiastica di Piazza Armerina.Opera di meticolosa ricerca che, di grande ausilio, facilita l'itinerario del visitatore. Anche la presente pubblicazione mette in risalto non solo la passione, ma una grande capacità di ricerca e narrativa.
Dire bravo sarebbe semplicemente riduttivo, quindi una lode credo sia meritata.
Eduardo Minolfi
Bravissimo! Complimenti per la preziosa passione che ti permette di rievocare personaggi e luoghi spesso dimenticati.
Ho letto con molto interesse la storia descritta e farò il possibile per visitare i luoghi menzionati.
Fedora
Che bella storia delle nostre parti che tratta questo articolo. Molto, ma molto, interessante.
Grazie
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