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Flavio R.G. Mela

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Oltre il Centro Sicilia. Il castello "nero" del golfo di Aci Castello


Se qualcuno riuscisse a giungere nei pressi di Acicastello, paesino non lontano da Catania, in Sicilia, si renderebbe conto di quanto possa essere bella la natura e probabilmente si riscoprirebbe del perché il mare ha ispirato tanti poeti e letterati. Entrando per la prima volta nel comune di Acicastello si resta meravigliati dall’imponenza dei suoi paesaggi marittimi e dalla suggestiva visione del suo castello che domina sulla baia sottostante, costituita da una scogliera di pietra lavica e contornata da un mare limpido e di un azzurro profondo e lucente. La fortificazione, di incerta origine, si erge su un piccolo promontorio di pietra lavica e assume essa stessa un colorito scuro proprio per il materiale lavico usato per la sua costruzione. Ad essa si accede attraverso una scalinata particolarmente irta sul fianco sinistro del piccolo promontorio. Resta ben poco della struttura antica ma quel che si può vedere basta per immaginare quanto doveva essere imponente la struttura.Di questa resta, al centro del castello, una torre quadrangolare, chiamata “ donjon”, che doveva essere il fulcro del maniero. Oltre a ciò, restano: il portale attraverso il quale si accedeva dopo la gradinata e probabilmente rifornita di un ponte levatoio, un cortile, nella prima terrazza, ora sede di un piccolo orto botanico con piante grasse, la zona dove ha sede il museo civico (contenente 3 sezioni: mineralogia, paleontologia ed archeologia) e quella che invece, secondo alcuni, doveva essere una cappella di origine bizantina. Dalla prima terrazza si può anche accedere al piano superiore dove v’è una seconda terrazza e poi un ambiente che porta all’ultimo grado d’altezza del maniera e dal quale si può ammirare tutta il golfo circostante. La storia del castello è molto lunga e già Diodoro Siculo, storico siceliota (greco abitante in Sicilia), pone, intorno al 396 a.C., una battaglia tra Cartaginesi e Siracusani che si sarebbe svolta proprio nella baita di fronte al promontorio di Aci Castello. Ma non solo di questa si parla. Si narra che lo stesso Ottaviano, il futuro Augusto, in quelle acque è stato sconfitto nel 37 a.C. dal traditore Sesto Pompeo, figlio di Pompeo Magno, rischiando anche la vita. Già presidio romano, chiamato Castrum Jacis, il castello fu riutilizzato, anche per la sua posizione alta e indomita, dai bizantini che, intorno al VII sec. d.C., ne fecero una postazione di difesa contro le scorrerie piratesche. Durante la conquista araba di Sicilia, il castello fu raso al suolo ma poi ricostruito successivamente intorno al 909 dal califfo ‘al-Mooz per essere inserito in un sistema di fortificazione costiera atto a difendere l’abitato di Aci Castello che prese il nome di 'Al-Yâg o Lî-Yâg. Giunti i conquistatori normanni al seguito di Roberto il Guiscardo e Ruggero d’Altavilla, Aci Castello entrò all’interno del sistema feudale e il borgo della costa insieme al suo castello furono concessi all’abate e vescovo di Catania Angerio da S.Eufemia. Durante i Vespri, a cui il borgo parteciperà, Federico III d'Aragona concesse l'«Università di Aci» all'ammiraglio Ruggero di Lauria nel 1297. Passato quest’ultimo dalla parte degli angioini, lo stesso re fece espugnare il castello, affidandolo poco dopo a Blasco II Alagona al quale successe il figlio Arale I. Successivamente, nel 1356, il governatore di Messina, Niccolò Cesareo, in seguito a dissidi con Artale I Alagona, richiese rinforzi a Ludovico d'Angiò, che inviò ben cinque galee angioine a saccheggiare il territorio di Aci, assediando il castello. Artale I Alagona, partito alla riscossa, riuscì a battere il nemico fra la borgata marinara catanese di Ognina ed il Castello di Aci nella battaglia che fu chiamata «Lo scacco di Ognina». Durante la rivolta anti-aragonese Artale II Alagona, insorse contro il re Martino il Giovane, nipote di Pietro IV d'Aragona, asseragliandosi nel castello. Solo dopo un lungo assedio del re il castello fu espugnato. Nel 1398 sempre il re Martino il Giovane farà dichiarare dal Parlamento generale di Siracusa che «...le terre acesi dovevano restare in perpetuo nel regio demanio», probabilmente per evitare che tornasse in mano ai baroni e favorendo così lo sviluppo dei tanti borghi che componevano l'«Università». Nel 1402 il re Martino il Giovane fece del castello la sua dimora insieme alla seconda moglie Bianca di Navarra.
Dal XV secolo al XVI, il castello vedrà la sua proprietà concessa, in merito ad un sistema di infeudamento, a diverse famiglie baronali come i Velasquez, i Platamone, i Moncada, i Requisens e i baroni di Mastrantonio. Infine, nel 1530, ecco che l’imperatore Carlo V concedette il mero et misto imperio ( in cambio di un offerta di 20.000 fiorini) agli abitanti di Aci Castello e ciò gli permise di rientrare nei territori demaniali e di riscattarsi dal potere dei baroni. Dopo un periodo in cui il castello di Aci Castello fu concesso da Filippo IV di Spagna al Duca Giovanni Andrea Massa e dopo essere stato coinvolto nel terremoto della Val di Noto del 1693, il castello tornò in territorio demaniale nel XIX secolo in piena epoca borbonica.
Una storia molto sofferta quella del castello che rende l’atmosfera del luogo decisamente più intensa. Oggi il Castello non è più assediato da navi da guerra ma di molteplici persone che ogni giorno calpestano la sua gradinata e si stupiscono di quanto sia straordinario il posto in cui si erge. Prima meta di ambizioni politiche, adesso il castello "nero" di Aci Castello vive dei sogni e dei sorrisi dei suoi visitatori.

Bibliografia per i cenni storici e gli approfondimenti:

- GUGLIELMINO V., Aci e il suo castello, 1996.
- MILITELLO F., SANTORO R., Castelli di Sicilia: città e fortificazioni, Palermo, Kalòs editore, 2006.
- MUSCARA P., Il castello d'Aci nella leggenda e nella storia, Catania, Tipolito la celere, 1982.

Flavio Mela

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E' un posto magnifico e sapere ora della sua storia mi fa desiderare ancora di più tornare lì.

Mare splendido e gente calorosa.

Consigliato per le vacanze!

Mirco

Anonimo ha detto...

Imponente, nero e solenne.
Stupendo scenario che incanta su un mare di cristallo.
Ma di inverno , quando le onde si scagliano prepotenti contro le pareti del Castello, allora il suo fascino diventa immortale.
Grazie...è così bello leggere di un posto tanto meraviglioso che dista da me diversi chilometri e vite.
Per una "fuori sede" un piacere leggere il tuo blog.